giovedì 11 dicembre 2008

Elezioni universitarie


Quest'anno, ormai al mio VI anno in Università, avviandomi verso la conclusione, ho deciso di candidarmi a rappresentante degli studenti in Consiglio di Interclasse ed in Consiglio di Facoltà. Nell'attesa del responso elettorale, che arriverà presto, pubblico la lettera di presentazione della candidatura.

da corridoiofilosofia.blogspot.com

Quando ci troviamo davanti ad un problema pratico noi filosofi molto spesso ci sentiamo impossibilitati ad affrontarlo e risolverlo perché la nostra priorità resta un problema teorico, senza la risoluzione del quale è impossibile andare avanti.

Alla nobiltà di tale umile atteggiamento però, fa da contraltare il rischio che tanto spesso corriamo di pulirci la coscienza davanti alle cose che non vanno e che ci richiamano alle nostre responsabilità; il problema teorico assume in questa caso una perennità tale da permetterci di dire “ho le mie buone ragioni per non agire…”.

Non sono stato e non sono immune da questo tipo di atteggiamento. Quando mi sono iscritto al nostro corso di studi, ormai 5 anni fa, tutto pensavo fuorché di fare politica in Università. Passati gli anni però, mi sono reso conto di quante opportunità noi studenti stessimo perdendo, e di come gli unici responsabili di questa perdita fossimo noi stessi.

Il lasso di vita ed il percorso di studi che stiamo attraversando è purtroppo spesso vissuto solo ed esclusivamente come un momento di passaggio tra l’incoscienza dell’adolescenza e la serietà del tempo in cui lavoreremo ed avremo una famiglia (forse), non facendo caso alle enormi potenzialità e specificità che contraddistinguono questi anni. Non siamo ex-adolescenti o pre-adulti, ma giovani, studenti universitari: stiamo laddove la serietà dello studio deve necessariamente accompagnarsi con la forza, la lungimiranza, l’inquietudine, la gioia e la non-compromissione dei nostri anni. Stiamo laddove dovremmo aver perso l’ingenuità, ma dovremmo essere ancora ben lontani dall’età in cui possiamo dire di conoscere la vita in ogni sua sfaccettatura!

Tante cose contribuiscono a farci perdere la fiducia in noi stessi, ed è facile in un contesto desolante pensare di concentrare tutte le proprie restanti energie su se stessi. L’Università però resta un’enorme occasione di crescita collettiva oltre che individuale: è in questi corridoi che nei decenni passati sono nate e si sono sviluppate tendenze e proposte culturali e politiche rivolte a tutta la società. È per questo che fare politica in Università non può e non deve significare soltanto distribuire statini, orari prenotare esami.

In ogni campagna elettorale, di qualunque tipo, solitamente trionfa la retorica e la politica si propone come risolutrice dei problemi di un elettorato al quale viene promesso che dormirà sogni tranquilli mentre qualcun altro veglierà per lui. Purtroppo anche nelle mura delle Università, un tempo tempio quasi sacro di idealità e nobili intenti, questa vulgata qualunquista e impolitica ha guadagnato terreno tra le associazioni e le realtà studentesche e riesce a fare incetta di voti.

Durante la contestazione alla legge 133/08 abbiamo fatto tutt’altro che risolvere problemi: li abbiamo creati e sollevati chiedendo a tutti voi di alzarvi e reagire contro una legge ingiusta. Quando abbiamo cominciato a farlo eravamo una minoranza, ma il coraggio di prendere una posizione decisa e di proporvela non ci è mancato. Così continueremo ad agire da rappresentanti.

Per ribadire ancora una volta che questo è il nostro posto, è il nostro momento. Per ribadire che quest’Università è anche nostra.


Alfredo Ferrara
Candidato al Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia
ed al Consiglio di Interclasse di Filosofia