
L'accresciuta stabilità politica ed economica associata alla forte

Maurizio Matteucci ha significativamente intitolato un editoriale su il manifesto Il presidente che ha aperto il Brasile ai brasiliani. Si tratta dell'aspetto più evidente di quella che Lula stesso ha definito "una rivoluzione". Al momento della sua elezione aveva proclamato suo obiettivo quello

L' effetto di queste politiche insieme alla crescita economica del paese si traduce in una drastica riduzione della diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, in un aumento della regolarità delle visite mediche e della frequenza scolastica (benché la qualità della pubblica istruzione resti ancora bassa).
Come evidenziato da Matteucci su Lula si erano concentrate le aspettative di una rottura con il neo-liberismo egemone in tutto l'Occidente al momento della sua elezione. La realtà è che questa rottura non è avvenuta, si è però disegnato un riequilibrio tra lo Stato ed il Mercato. Un'analisi dettagliata di questo aspetto è svolta da Andrea Goldstein su LaVoce.info. Lula ha da subito adottato politiche di sostegno all'innovazione attraverso la Política Industrial, Tecnológica e de Comércio Exterior del 2004, la Lei do Bem del 2005 e la Política de Desenvolvimento Produtivo

L'investimento sull'innovazione tecnologica ha permesso alla compagnia petrolifera Petrobas, di cui lo Stato brasiliano e la Bnds detengono il 40% delle azioni, di diventare uno dei colossi mondiali per le estrazioni petrolifere. Altre aziende pubbliche sono state oggetto di politiche di ricapitalizzazione, restituendo generosi dividendi in poco tempo: fenomeno che smentisce ampiamente la vulgata da noi ancora egemone di un settore pubblico necessariamente in deficit.
Federico Rampini evidenzia anche come Lula sia riuscito a realizzare importanti infrastrutture per il paese: dighe per le centrali termoelettriche e l'alta velocità; affermazione parzialmente in contraddizione con quanto sostenuto da Goldstein secondo il quale è in atto nel paese un dibattito sulla priorità di investire per accrescere le esportazioni o colmare il deficit infrastrutturale.
Il riordino dei conti pubblici solitamente appassiona poco le masse ed in Europa siamo abituati a pensare la sua attuazione in alternativa all'aumento della spesa sociale ed alle misure contro la povertà. Ha quindi del sorprendente scoprire che

La rivoluzione culturale attuata da Lula, la credibilità della sua proposta politica è quello che forse più sconcerta noi osservatori europei. La semplicità del programma dei tra pasti al giorno pronunciata durante la cerimonia di insediamento nel 2002 attirò l'attenzione di tutto il mondo. In un'intervista rilasciata pochi giorni fa Lula ha espresso la sua idea di democrazia dicendo "La democrazia per me non è una parola a metà. E' una parola intera. Ma qualcuno

Spesso è stato oggetto di attacchi da parte della stampa che per screditarlo gli dava del marxista. Lui non ha mai rinnegato la sua esperienza di sindacalista, nè l'urgenza di attuare politiche redistributive, di agire autonomamente dal Fmi e far intervenire lo Stato nell'economia. Nella stessa intervista in cui ha espresso il suo concetto di democrazia ci tiene però a chiarire come le etichette non gli siano mai piaciute e che quando nel sindacato, soprattutto in seguito a prese di posizione non ortodosse, qualcuno gli chiedeva se fosse comunista lui rispondeva "no, sono un tornitore meccanico".
Luca Telese, in un bel post sul suo blog, riferisce che tra i suoi modelli politici Lula ha sempre riservato un posto speciale al Pci di Enrico Berlinguer, circostanza che dovrebbe indurre non pochi a riconsiderare il bilancio un po' troppo sbrigativo fatto sulla storia del comunismo italiano novecentesco.
FONTI:
1) LA POLITICA SOCIALE BRASILIANA di Francesco Bastagli - Lavoce.info - 28.09.2010
2) LA POLITICA INDUSTRIALE BRASILIANA di Andrea Goldstein - Lavoce.info - 28.09.2010
3) L'EREDITÀ DI LULA: LA POLITICA ECONOMICA di Giorgio Trebeschi - Lavoce.info - 28.09.2010
4) LULA: «ABBIAMO FATTO UNA RIVOLUZIONE» - Intervista rilasciata a Carta Maior e pubblicata su il Manifesto - 3/10/10
5) IL PRESIDENTE CHE HA APERTO IL BRASILE AI BRASILIANI di Maurizio Matteuzzi - il Manifesto - 3/10/10
6) IL BRASILE DI DILMA FA PAURA AGLI STATI UNITI di Federico Rampini - Blog Estremo Occidente su Repubblica.it - 4/10/10
7) LULA, IL BRASILE (E IO) di Luca Telese - blog dell'autore su Il Fatto Quotidiano - 11/10/10
da LINKREDULO di Mercoledì 13/10/10 - http://www.linkredulo.it/esteri/1496-luiz-inacio-lula-da-silva-lutopia-possibile-delluguaglianza.html