giovedì 8 luglio 2010

Immigrazione e diritti: Nichi Vendola dialoga con don Sciortino

Ieri a Bari la presentazione del volume "Anche voi foste stranieri" alla libreria Laterza
da barilive.it 8/7/10 - http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=17828


Si è svolta ieri pomeriggio presso la libreria Laterza la presentazione del testo “Anche voi foste stranieri” di Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. I temi del libro e della presentazione erano stati il giorno precedente ampiamente discussi dallo stesso Don Sciortino in un'ampia e generosa intervista che ci ha concesso.
Il dibattito è stato aperto dall’introduzione di Alessandro Laterza che ha elogiato il libro in quanto tentativo di “raccontare il tema dell’immigrazione come un pezzo della nostra società”. Don Sciortino nel suo intervento ha parlato dei mass media e del loro modo di raccontare il fenomeno migratorio non favorendo pratiche di accoglienza ma sentimenti di razzismo; della posizione che la Chiesa cattolica deve avere a riguardo tornando ad essere profetica non piegandosi su se stessa nella difesa dei propri simboli e della propria identità. Citando il Cardinal Dionigi Tettamanzi ha detto che “innalzando muri non teniamo fuori gli altri, ma rendiamo prigionieri noi stessi”. Obiettivo polemico è stato anche il mancato riconoscimento della cittadinanza per quegli immigrati con i quali invece i bambini italiani condividono o hanno condiviso la culla, il banco di scuola e che parlano un italiano (e talvolta anche un dialetto) perfetto. Queste forme di discriminazione, se declinate nei termini del mancato diritto di voto per chi vive, lavora, paga i contributi ed ama l’Italia, appare ancora più paradossale se paragonata al diritto di voto che è stato concesso agli italiani all’estero: individui che talvolta hanno reciso ogni contatto con l’Italia, spesso non parlano più l’italiano e magari non hanno mai versato contributi allo stato italiano.
L’appassionato intervento di Vendola , che ha ringraziato Don Sciortino per l’occasione di discussione offertagli, ha rimarcato la necessità di pensare al welfare che l’Occidente ha costruito nell’ultimo secolo storicizzandolo e pensandolo come nato senza tutele per le donne, viste come “oggetto di assistenza e non come soggetto di libertà”, e per i migranti, visti come “problema e non come risorsa”. Rispondendo ad una domanda rivolta a Don Sciortino dall’uditorio in merito al primo comandamento (“non avrai altro Dio all’infuori di me”) ed a quanto questo sia in contraddizione con lo spirito di accoglienza, Vendola ha invece evidenziato la portata rivoluzionaria dello stesso in quanto monito a non divinizzare le cose e le persone ed a relativizzarne il potere.
Durante il dibattito è stato citato due volte da Don Sciortino il nome del Presidente della Camera Gianfranco Fini (una volta in quanto partecipante al "Patto di Capodarco" ed un’altra in quanto padrone di casa nella presentazione del testo tenutasi alla Camera). Di fronte ad una nostra domanda se egli ritenesse affidabile come interlocutore sul tema dell’immigrazione chi come Fini ha firmato una delle leggi più razziste dell’Occidente in materia ed in passato non è stato esente da responsabilità in merito all’imbarbarimento del dibattito pubblico sugli immigrati (vedi la vicenda datata 2007 dello stupro della Reggiani e della conferenza stampa tenuta sul luogo dello stupro a poche ore di distanza), Don Sciortino ha dapprima evitato di rispondere, poi ulteriormente sollecitato da Alessandro Laterza ha posto come priorità la necessità di coinvolgere tutti sul tema dell’accoglienza. Vendola ha invece preferito non esprimersi.

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