
Quando ho letto degli applausi ricevuti da Harald Espenhahn, amministratore delegato della ThyssenKrupp, al meeting di Confindustria tenutosi a Bergamo ho pensato di titolare la rubrica di questa settimana con una citazione dotta: “Hanno la faccia come il culo”, riprendendo una celeberrima copertina di Cuore di qualche anno fa.
Espenhan è stato recentemente condannato a 16 anni per omicidio volontario per l'incendio divampato nello stabilimento torinese della ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007, quando persero la vita sette operai. Il tribunale ha ritenuto l'amministratore delegato consapevole e quindi colpevole dell'insicurezza delle linea su cui è scoppiato l'incendio.
Alla rabbia che cresceva istante dopo istante immaginando questa platea di manager che, privi di ogni senso del pudore, applaudivano le loro brame di denaro, è subentrata la consapevolezza di dover riflettere sull'accaduto.
La storia della ThyssenKrupp è la classica storia di un
Quegli applausi, lungi dall'essere uno sfogo di gioventù, sono un vero e proprio programma politico. Le conquiste passate, per chi non fosse ancora riuscito a capirlo nei decenni passati, sono revocabili in qualunque momento, non appena l'equilibrio delle forze in campo muta. E le forze in campo sono radicalmente mutate dagli anni '80 in poi a sfavore del lavoro. Le tutele ed i diritti conquistati in Italia con il sacrificio e la lotta del più grande movimento operaio d'Occidente sono state erose negli anni passati dalle politiche un centro-destra riunito attorno alla leadership forte di Berlusconi (perfetto eroe eponimo, in versione kitch, dell'epopea neo-liberista) e da un centro-sinistra che, non unico in Occidente, non ha compreso per tempo quanto epocale fosse la sconfitta inflittagli non dal crollo del muro di Berlino, ma dall'egemonia reganian-tatcheriana in voga dall'inizio degli anni '80. I 'faccia-come-il-culo' di Bergamo hanno sia sostenuto gli uni che legittimato gli altri. Oggi, che la crisi economico-finanziaria ha rimescolato le carte a sinistra e la leadership berlusconiana nel centro-destra è appannata e statica, si guardano attorno, alla ricerca di qualcuno che possa offrirgli garanzie e farsi interprete della loro epopea, svecchiandola e lanciandola verso nuove sfide.
Di quell'applauso dobbiamo ringraziarli: ce ne ricorderemo e glielo ricorderemo ogni qualvolta verranno a dirci di abbassare i toni, di 'non essere ideologici', che 'con la globalizzazione è finita la lotta di classe' (cit. Tremonti), che 'il conflitto sociale è vecchio è brutto', che 'reclamare diritti per i più poveri significa essere animati da invidia sociale' e che 'per vincere bisogna sfondare al centro', 'conquistare i moderati', 'dialogare con il mondo produttivo'.
A pensarci bene sono d'accordo con loro: al diavolo le ipocrisie. Che la lotta continui!
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da LINKREDULO di MERCOLEDÌ 11 MAGGIO 2011 - http://www.linkredulo.it/opinioni/2056-precario-sara-lei-gli-applausi-di-bergamo-sono-un-programma-politico.html
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