giovedì 29 aprile 2010

Anguille, elefanti e Vendola ter

da barilive.it 29/4/10 - http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=17123


La nuova Giunta regionale è fatta. Vendola è riuscito ad imporre con il suo consenso individuale la parità di genere ed una compagine amministrativa di grande autorevolezza, in controtendenza con un Consiglio Regionale in cui le donne elette scarseggiano ed alcuni dei nomi più suffragati sono personalità il cui ingresso in Giunta il Presidente ha non a caso bloccato. Archiviata positivamente questa fase è il momento di svolgere una riflessione serena su ciò che questa tornata elettorale e la composizione della Giunta ci indicano.

Con il sistema delle preferenze e di collegi così grandi (preferibile nonostante tutto al sistema delle liste bloccate) a prevalere sono soprattutto quei candidati consiglieri capaci di investire montagne di soldi nella campagna elettorale. Emblematico è il caso di Gugliemo Minervini: non una personalità della società civile sulla quale poteva cadere il sospetto che fosse impreparata ad affrontare il meccanismo elettorale ma un politico di lungo corso che il meccanismo elettorale lo conosce benissimo; personalità di spicco a livello regionale nel suo partito, radicato sul territorio, indubbiamente uno dei migliori assessori uscenti con una delega che gli ha permesso di entrare in contatto con migliaia di giovani facendogli toccare con mano la “Puglia migliore”, è stato superato elettoralmente da altri candidati capaci di aprire comitati ovunque e svolgere una costosissima campagna elettorale.

E se il Governatore non fosse stato un solista d’eccezione capace di imporre scelte alla sua orchestra ma una personalità più corale oggi che Giunta avremmo? Sicuramente una Giunta nella quale il computo delle preferenze avrebbero avuto gioco facile ad imporsi, facendo sparire la parità di genere e relegando le personalità della società civile alla loro brillante autorevolezza professionale lontana dai luoghi di potere.

Il sonante ingresso in Consiglio regionale di imprenditori e ‘cambia casacca’ (che definire poco legati alla causa è un eufemismo) è un sintomo della crisi dei partiti, sempre meno radicati sul territorio ed incapaci di far emergere una classe dirigente dall’interno dei suoi militanti, che quindi preferiscono affidarsi in campagna elettorale ad esterni di peso (economicamente ed elettoralmente). Resta da chiedersi se il super-candidato Presidente sia un efficace tampone o l’unica soluzione possibile per questo stato di cose.

Chi ha a cuore la qualità delle classi dirigenti e la parità di genere può accontentarsi di restare fuori dalla giungla della politica sperando in un interlocutore supereroe, capace di attraversarla uscendone indenne, rafforzato e con la voglia di ascoltare le loro rivendicazioni? O è più auspicabile, nell’ottica di un radicamento territoriale e politico del centro-sinistra in Puglia che trascenda temporalmente la vicenda politica locale di Vendola, avere l’ambizione di riformare quella giungla in cui i leoni sono i signori delle preferenze, restituendo alla politica ed ai partiti quella agibilità che oggi gli manca?

Se il centro-sinistra pugliese (partiti ed elettorato) vuol essere davvero un laboratorio politico nazionale capace non solo di vincere delle tornate elettorali e governare bene, ma di ridisegnare la mappa e le forme dell’agire politico collettivo, non può non affrontare apertamente questi nodi.

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