domenica 4 settembre 2011

Che pasticcio sulle Province!

Il dibattito sull’abolizione delle province appassiona vasti settori del dibattito pubblico anche in virtù del fatto che è stata spesso cavalcata durante le campagne elettorali per essere poi prontamente disattesa nella prassi di governo.

Nel lessico comune le Province sono diventate “enti inutili” e la loro abolizione viene percepita come una misura semplice ed utile a rimpinguare le casse dello stato, magari investendo i denari risparmiati in misure per lo sviluppo, l’occupazione ed il welfare. Tale misura però, per quanto incontestabile, non può che essere un’operazione delicata in quanto comporta una ridefinizione dell’assetto istituzionale. Non può cioè esser fatta con l’accetta, dall’oggi al domani senza considerare le conseguenze che comporterebbe. Tutto ciò è esattamente quello che avviene con la misura adottata dal governo che prevede l’abolizione delle province con meno di 300.000 abitanti.

Le competenze dell’ente provincia ad oggi sono relative principalmente all’edilizia scolastica ed alla manutenzione stradale, oltre alle funzioni di raccordo tra le competenze dei Comuni e delle Regioni. Inoltre l’Ente provincia attribuisce ai capoluoghi un riconoscimento dell’importanza e del rilievo che essi svolgono nel territorio. Qualunque misura relativa a quest’ente volta a ridurne le spese o ad abolirlo dovrebbe tentare un percorso di trasferimento delle competenze che eviti conflitti ed allo stesso tempo prevedere misuri che tutelino il ruolo dei capoluoghi.

Nell’iniziativa del governo tutto ciò è del tutto assente: in primo luogo non viene posto in questione il ruolo della Provincia ma si aboliscono solo quelle piccole, prive della capacità di ribellarsi. In secondo luogo non è previsto alcun percorso che tuteli il ruolo ed il prestigio di importanti città italiane. Infine apre una imprevedibile percorso di transizione in cui non è difficile prevedere diversi conflitti: le province abolite potranno federarsi? Se sì, quale dei due ex-capoluoghi prevarrà? Che succederà nelle Regioni che restano senza Province?

Serviva un po’ più di coraggio, quello necessario per abolirle tutte e cominciare un percorso in cui si ripartiva tutti da zero con delle regole chiare. Nel paese in cui i campanilismi tengono troppo spesso in ostaggio la politica prepariamoci invece a nuovi rancori tra territori fratelli.


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da LINKREDULO di Mercoledì 17 AGOSTO 2011 -

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