venerdì 15 luglio 2011

Un italiano di ritorno da un viaggio all'estero


Mi capita sempre più frequentemente di questi tempi di parlare con amici e conoscenti di ritorno da un viaggio all'estero, un erasmus, un periodo di lavoro. Si tratta quasi sempre di figli di famiglie benestanti, ben inseriti nella società.

I loro racconti mi sembrano quasi sempre uguali: 'loro' (un non meglio specificato popolo europeo o occidentale) hanno università che funzionano, strade pulite, sistemi di trasporto efficienti, biblioteche fornite, un reddito di cittadinanza, un welfare serio, un sistema sanitario non fatiscente, una classe politica migliore, biblioteche fornite ed accoglienti, teatri con ricche programmazioni, incentivi per l'occupazione, un sistema industriale solido, una lotta all'evasione fiscale seria, monumenti ben curati etc. La lista è in continuo aggiornamento e dipende dal paese da cui si fa rientro.

Sia chiaro: sono ben lieto dal fatto che un viaggio all'estero aiuti chiunque a cogliere le innumerevoli cose che nel nostro paese non vanno. Mi snervo però quando la compilazione di questa lista infinita si limita ad essere un esercizio di auto-compiacimento, quasi che l'Italia non fossimo anche noi e che il suo degrado non rappresentasse prima di tutto la nostra sconfitta (di tutti, nessuno escluso). Piuttosto che la lista di ciò che non abbiamo dovremmo qualche volta pensare in maniera autocritica a ciò che maledettamente non riusciamo ad essere: dei buoni cittadini. Ripartendo da ciò forse sarebbe più facile cominciare a spuntare qualche voce dalla lista di ciò che non abbiamo .

Essere e avere appunto... una questione di priorità!


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da LINKREDULO di MERCOLEDÌ 13 LUGLIO - http://www.linkredulo.it/opinioni/2207-un-italiano-di-ritorno-da-un-viaggio-allestero.html


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