sabato 25 febbraio 2012

Angelino Alfano e i giovani d'oggi


La nomina di Alfano a segretario del Pdl è stata senz'ombra di dubbio la novità politica più rilevante nel centro-destra dopo la batosta elettorale alle amministrative della scorsa primavera. Dopo 17 anni Berlusconi sembrava fare per la prima volta un passo indietro, reagendo all'impopolarità certificata prima dalle amministrative e poi dai referendum con una cessione di sovranità ad un politico molto più giovane di lui ma dalla comprovata fiducia (dove lo trovi uno che ci mette la faccia su un qualcosa di impresentabile come il lodo Alfano?).

Lui, il giovane segretario, si è saputo fin'ora giocare al meglio quest'occasione: non ha mai sconfessato la leadeship berlusconiana, ha potuto presentarsi come l'unico capace di fare da sintesi tra le diverse correnti del Pdl proprio in virtù della sua estraneità alle beghe interne garantita dalla vicinanza al capo. I vari capi-bastone hanno accettato di buon grado la nomina di Alfano proprio perché, assieme a ridimensionare le proprie velleità, faceva la stessa cosa con quelle altrui garantendo un periodo di tregua armata.

La cosa più sorprendente però Alfano è riuscito a farla con l'opinione pubblica: puntando tutto sulla memoria a breve termine degli italiani, si è presentato come la novità, giocando molto nell'apparire ggiovane (rigorosamente con due g), capace di interagire con i social network, di parlare un linguaggio pratico. E fin'ora ci è riuscito: ha rimesso in pista il Pdl minando la certezza di quanti, me compreso, credevano che nel post-berlusconismo il Pdl sarebbe imploso. Il governo tecnico ed il fallimento del governo Berlusconi sono stati per lui una benedizione, la grande occasione per lasciare che il passato si allontani da sé senza il bisogno che nessuno ne prenda le distanze. Non lo ammetterà mai pubblicamente, ma sa meglio di chiunque altro che è così.

La partita però è ancora tutta da giocare: Formigoni ha già annunciato di volersi candidare alle primarie del Pdl per succedere a Berlusconi e la Lega, prima della nascita del governo tecnico che la sta allontanando dal Pdl, aveva dichiarato di volerlo sostenere. Alfano avrebbe il sostegno dei berlusconiani di ferro e di gran parte della componente ex-an, sarebbe cioè la candidatura ufficiale, sostenuta dallo stato maggiore del partito. In quest'ottica si collocano le ipotesi di tandem con Alemanno o con Giorgia Meloni (caldeggiata dalla componente giovanile). Un ticket targato Agrigento-Roma potrebbe però rivelarsi un grosso handicap, soprattutto se l'altro candidato è un uomo radicato nel Nord come Formigoni e potrebbe ottenere il sostegno della Lega. La soluzione potrebbe venire proprio da un tentativo (magari sostenuto da Berlusconi) di un tandem con un nome proposto proprio dalla Lega, che non potrebbe che essere Maroni.

Il governo tecnico inoltre ha offerto ad Alfano l'occasione di riallacciare i rapporti con l'Udc, forza culturalmente affine al centro-destra ma indisponibile ad allearvisi fino a quando questo sarebbe stato guidato da Berlusconi.

Come si evolverà la vicenda politica di Alfano e del Pdl è difficile da prevedere: fino ad ora, dal post-referendum tutto sembra essere andato per il verso giusto ma è difficile pensare che Alfano riuscirà a mantenere unito il partito e salda la sua leadership anche dopo una eventuale sconfitta elettorale, cosa invece riuscita a Berlusconi ben due volte nel 1996 e nel 2006. Una cosa è però certa: quella che per il centro-sinistra sembrava una passeggiata è stata complicata da una serie di circostanze e dall'attivismo che Alfano ha sfoderato.


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da LINKREDULO del 4/1/12 - http://linkredulo.it/giornale/politica/2450-angelino-alfano-e-i-giovani-doggi.html

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